In questa intervista, realizzata ieri mattina a Roma, spiego le ragioni che mi hanno indotto a dare la mia disponibilità politica, spiego perché le pulsioni assenteiste rappresentano una strategia nichilista e suicida, racconto cosa voglio fare in Parlamento e perché queste cose non potranno essere mai fatte dai grandi partiti che adesso si candidano a governare.

È necessario inserire in Costituzione il diritto all’accesso alla rete internet e alla conservazione in stato di piena funzionalità dei profili digitali di ogni cittadino.

È necessario fare una legge che imponga il divieto assoluto per i fornitori di servizi digitali che operano sul territorio italiano, compresi i diari testuali o multimediali come i social network o i portali di condivisione video come Youtube, di chiudere i profili personali, censurare, rimuovere o in qualunque modo rendere meno accessibili i contenuti pubblicati dai cittadini, così come di impedire loro l’accesso e la fruizione delle funzionalità offerte, se non in seguito a un’ordinanza della magistratura.

È necessario fare una legge che impedisca alle banche e ai gestori di moneta elettronica, ivi compresi i portafogli digitali, di chiudere unilateralmente e arbitrariamente i conti correnti dei clienti o di rendere indisponibili i loro fondi, se non in seguito a comprovati fatti criminosi.

È necessario preservare l’utilizzo del contante dagli attacchi che puntano ad abolirlo, per consegnarci un mondo dove siamo tutti alla mercé dei grandi attori finanziari, delle grandi multinazionali digitali e delle organizzazioni paragovernative che puntano a realizzare un controllo sociale da imporre tramite il ricatto: “se non fai quello che ti dico, ti chiudo i conti e non mangi più“.

È necessario che le organizzazioni di Fact-checking, che si ergono a custodi della verità ma spesso sono macchine del fango organizzate, rivelino per legge ogni loro fonte di finanziamento.

È necessario regolamentare le trasmissioni televisive che si occupano di temi politici e di attualità, perché non sia più loro consentito ledere i buoni principi del pluralismo, negando spazi ai portatori di idee ed opinioni di minoranza o sgradite al sistema di potere. Non deve più accadere che vi siano ospiti che possono impunemente invocare il piombo sulla folla, come fece Giuliano Cazzola, senza che il conduttore si sentisse in dovere neppure di dissociarsi.