Sabato 22 aprile si sono aperti i termini per firmare per l’indizione di un referendum sull’invio di armi in Ucraina, e anche per limitare l’influenza del privato nella sanità pubblica.

Ma quali e quanti sono i quesiti? Cosa dicono esattamente? Perché sono perfettamente leciti, a differenza di quanto sostiene qualcuno? E poi entro quando e dove bisogna firmare? Quante firme bisogna ragionevolmente raccogliere?

Tutte domande cui si dà risposta nel video, il primo della serie #QuiReferendum, che realizzeremo puntialmente ogni settimana fino al termine della raccolta firme, il 15 luglio.

In questa puntata, i portavoce dei principali comitati referendari, Enzo Pennetta e Ugo Mattei, spiegheranno puntualmente, quesito per quesito, come funziona il referendum contro l’invio delle armi in Ucraina, ovvero il cosiddetto referendum contro la guerra.

Cosa ancora più importante, alla fine della puntata verrà lanciato un appello all’unità di tutti gli italiani che ritengono ancora vigente l’art.11 della Costituzione, quello che ripudia la guerra. Fondamentale non dividersi e marciare compatti verso il raggiungimento della soglia del numero di firme, che la Costituzione fissa in 500 mila, ma che sarà decisivo portare ad almeno 700 mila per sicurezza. I risultati della raccolta firme saranno fondamentali sia per dare nuova linfa allo spirito di partecipazione democratica di un paese sfibrato e deluso, sia per dare un chiaro segnale politico sulla posizione dei cittadini circa la partecipazione dell’Italia alla guerra in corso.

Ospite d’eccezione l’intellettuale e massmediologo Carlo Freccero, che insieme a Claudio Messora e a tanti altri protagonisti della vita sociale del Paese, svolge un ruolo di garanzia.

Condividete questo video chiaro, esaustivo e per ora definitivo, se volete dare una mano a fare corretta informazione sul referendum contro l’invio delle armi nei teatri di guerra.