Piero Fassino, alla Camera dei Deputati, sventola la sua busta paga e assicura di prendere “soltanto” 4.718 euro al mese, che non gli sembra uno stipendio d’oro. Fassino mente dicendo la verità, come ogni buon politico. Ecco i conti che trascura.

Lo stipendio base di Piero Fassino rispetto al reddito medio di una famiglia italiana

Piero Fassino sente l’esigenza di mostrare la sua busta paga alla Camera dei Deputati, sottolineando che prende 4.718 € al mese netti, per concluderne che non si tratta certo di uno “stipendio d’oro“. Sulla definizione di “stipendio d’oro” ci sarebbero tante cose da dire. Ci sono manager di multinazionali che prendono più di Fassino, e amministratori delegati che prendono decine di migliaia di euro netti, più tutti i benefit (auto, casa, assicurazione sanitaria privata per sé e per la famiglia, etc).

Tuttavia, questa classe di privilegiati rappresenta una percentuale irrisoria della popolazione, e un parlamentare rappresenta il popolo nel suo complesso, essendo eletto dal popolo (più o meno, visto che le liste elettorali le fanno i partiti). Come può dunque un rappresentante del popolo, che parla nella Camera bassa, quella più vicina al popolo stesso (la camera dei deputati), giustificarsi rispetto ad una busta paga, lasciando intendere che non si tratta certamente di una grossa cifra, quando se va bene il reddito medio netto di una intera famiglia in italia, secondo l’INPS, è della metà di quello che guadagna Fassino dal solo incarico parlamentare? Senza contare la parte di popolazione che vive con il solo reddito di cittadinanza o con pensioni da poche centinaia di euro al mese.

Fassino, peraltro, prende 250 euro in meno rispetto al netto in busta paga di un deputato qualsiasi perché ha anche altri redditi da lavoro, quindi la prima cosa che omette sono le numerose sue altre fonti di reddito, che la sua carica decennale di politico di professione gli ha garantito. Redditi aggiuntivi che per gli italiani, ad esempio in caso di percepimento di una pensione, possono valere anche l’interruzione della pensione stessa, altro che la sola decurtazione di 250 euro!

Può dunque un rappresentante del popolo dire che il suo stipendio è normale quando, rispetto al popolo che rappresenta, con tutta evidenza non lo è affatto?

Gli importi che Piero Fassino omette di sventolare alla Camera dei Deputati

Ma non è finita. Quello che Fassino omette sono i numerosi altri importi che, come ogni altro deputato, percepisce ogni mese (tralasciando ovviamente il TFR, che è pari all’80% del lordo mensile, 10.435 €, per ogni annualità della legislatura in cui permane in carica). Per verificarli potete andare direttamente sul sito della Camera dei Deputati. E parliamo dunque degli importi in chiaro, non degli eventuali guadagni indiretti che una carica parlamentare comporta.

Ovviamente, con i “soli”, miseri 4.718 € al mese mica potrà mantenersi, Piero Fassino. Quindi la Camera gli conferisce una diaria mensile di 3.510,11 €. Con tale diaria dovrebbe mantenersi a Roma. Già, ma per quanti giorni? Il parlamentare non va certo a Montecitorio 5 giorni alla settimana, come qualsiasi altro povero lavoratore di questo Paese. No: il parlamentare fa in modo di concentrare tutta l’attività alla Camera tra li martedì (possibilmente pomeriggio) e il giovedì (possibilmente mattina). Quindi se va bene parliamo di 3.510 € per mantenersi a Roma 8 notti al mese. E mangiare? Al Senato c’è un ottimo ristorante per soli parlamentari, dove con 10 € mangi ottimamente tutto quello che vuoi. Calcolando 12 pasti al mese (tra il martedì e il giovedì) parliamo di 120 € al mese. 70 € a notte per 8 notti fanno altri 560 € al mese. Con meno di 700 € (facciamo 800 se devi anche cenare), ti paghi tutta la permanenza a Roma di un mese, ma ne prendi 3.510. E non è finita qui: questo discorso infatti vale per chi si ostina a fare il pendolare, ma ci sono tanti, tantissimi parlamentari che a Roma ci vivono, oppure che vi si trasferiscono con famiglia in vista dell’intera legislatura. Dunque in quel caso questi 3.510 di diaria vanno ad aggiungersi al reddito netto di 5.000 € (nel caso di Fassino, poiché cumula, 4.718), portando lo stipendio immediatamente a 8.510 € netti mensili.

Basta? Ma neanche per sogno.

Siccome si presuppone che per esercitare il suo mandato, Piero Fassino abbia delle spese (assistenti, studi da commissionare etc), la Camera gli attribuisce ulteriori 3.690 € al mese, di cui il 50% a fronte di rendiconto spese (ad esempio il contratto di collaborazione), e il 50% a titolo forfettario. Dunque ha altri 1.845 € netti a disposizione, che se non vuole spendere (magari gli studi glieli fa già il partito), gli restano in tasca, portando il suo stipendio a 10.355 € netti al mese.

Finita qui? Macché. A Fassino, ovviamente, in quanto parlamentare che deve spostarsi sul territorio, lo Stato consegna tessere per la mobilità gratuita sia per il trasporto aereo che ferroviario che navale e perfino autostradale. Fassino non paga nessun aereo, nessun treno, nessuna nave e nessun casello autostradale. Mai. Neanche se prende il treno, l’aereo, la nave o l’autostrada per i fatti suoi, per lavoro (visto che ne fa altri) o magari anche solo per andare in vacanza.

Comodo vero? Eppure lo Stato ugualmente gli attribuisce un rimborso viaggio (mica poteva bastare pagargli il biglietto), perché lui, porello, come fa a raggiungere l’aeroporto? E così, per coprirgli anche la benzina, o il taxi, o l’usura dell’auto tra casa sua e l’aeroporto, prende ulteriori 3.233,70 € ogni tre mesi (di più se vive ad oltre 100 km dall’aeroporto). Sono altri 1.077 € al mese che portano a 11.432 € il suo netto mensile. Già, perché mica deve rendicontarli, e se lui all’aeroporto non ci va, magari perché si trova già a Roma, i soldi se li tiene.

Poi non vorremo mica fargli un abbonamento telefonico di quelli a basso costo, che hanno già tutte le telefonate incluse? O non vorremo mica costringerlo a chiamare dall’ufficio a Montecitorio (non sia mai che poi sia costretto ad andarci)? Certo che no: così, Fassino si prende anche 1.200 € l’anno di riìmborsi telefonici. Cento euro al mese che, con tutta la buona volontà del mondo, oggi si fatica a credere che con le tariffe vigenti (persino all’interno dell’Unione Europea) si possano spendere. Tra l’altra, avendo lui altri incarichi lavorativi, un telefono ce l’avrà già, e non aspetterà certo i cento euro della Camera dei deputati per pagarsi le telefonate. E così lo stipendio sale a 11.532 € netti al mese.

Vi sono poi varie indennità, cumulabili fino a un certo tetto, per la partecipazioni alle commissioni parlamentari.

Quanto prende dunque Fassino, netto al mese?

Piero Fassino prende dunque fino a 11.532 € netti al mese, somma di cui può liberamente disporre, impegnandola tutta o anche decidendo di tenersela, se ad esempio ha già una casa a Roma, non commissiona personalmente studi o ricerche particolari o se i suoi spostamenti e le sue telefonate sono già pagati dalle sua altre attività lavorative.

Su La Stampa ha dichiarato di usare tutti i 3.690 € conferitigli per le spese di esercizio del mandato e, per quanto riguarda la diaria, ha dichiarato di trattenere per le sue spese solo 1.000 €, mentre con 2.500 € finanzierebbe il Partito Democratico. Ognuno scelga se credergli oppure no. Chi non lo fa, non sia tacciato di malfidenza: forse si ricorda ancora troppo bene di quando certi parlamentari del Movimento Cinque Stelle, pur di non restituire tutti questi soldi extra, come avevano promesso di fare in campagna elettorale, vennero beccati addirittura a documentare falsi bonifici di restituzione. Non sarà certamente il caso di Fassino, anche perché il PD potrebbe smentirlo in qualsiasi momento.